Domenica 16 aprile 2023, i cristiani ortodossi hanno celebrato la Sacra Pasqua, una ricorrenza molto sentita dai fedeli, soprattutto in Romania, dove per l'occasione, nei 40 giorni precedenti la festività, i credenti mettono in atto il digiuno per purificare sia lo spirito che il corpo. A differenza della Pasqua cattolica, quella ortodossa è basata sul calendario giuliano anziché gregoriano, ma in entrambe le confessioni religiose la Settimana Santa comincia con la Domenica delle Palme, chiamata dagli ortodossi domenica dei fiori o dei Salici, periodo in cui vengono rievocate le passioni di Gesù Cristo.
Durante il giovedì Santo poi vengono letti i vangeli. Ad ognuno di questi viene dedicata un'ora al giorno. Inoltre, nel giovedì Santo, i cristiani ortodossi dipingono le uova, in particolar modo utilizzando il colore rosso, per ricordare il sangue versato dal Redentore per il perdono dei nostri peccati. Le uova che vengono donate ad amici e parenti simboleggiano vita, rinascita e fecondità. In tavola non può mancare nemmeno l'agnello, in ricordo del sacrificio di Gesù Cristo. Tornando agli ortodossi rumeni, tra i piatti tipici della Pasqua, dobbiamo citare anche la torta Pasca, una sorta di pane dolce ricco di formaggio, ed infine il Cozonac, che preparato tre giorni prima della Pasqua, è l'equivalente del nostro panettone.
Nel rito ortodosso e in quello bizantino, per tradizione si usa tingere le uova sode di rosso, per farle benedire successivamente in chiesa durante il giorno di Pasqua.
Ma vediamo di approfondire le differenze tra cattolici e ortodossi dopo lo scisma del 1054 che ha visto la divisione tra cristiani orientali e occidentali. I cristiani ortodossi rifiutano la dottrina del purgatorio e l'infallibilità del Papa, ma accettano l'antica istituzione mondiale del Patriarcato Ecumenico, situato a Costantinopoli, attuale Istanbul. Per gli ortodossi Gesù Cristo è l'unico vero capo della Chiesa, e di conseguenza tutto il clero e lo stesso Papa sono considerati dei comuni mortali.
Nel rito cattolico romano, tutti i sacerdoti e i vescovi devono restare celibi sia prima che dopo l'ordinazione, nel caso dei diaconi invece, questi sono tenuti ad osservarlo solamente in seguito. Per quanto riguarda la chiesa ortodossa russa, i sacerdoti e i diaconi possono sposarsi ma devono osservare il celibato dopo l'ordinazione, ma in caso di abbandono da parte delle loro mogli non possono risposarsi. I vescovi ortodossi però devono anche essere monaci e non possono unirsi in matrimonio. I sacerdoti ortodossi possono anche portare la barba esattamente come Gesù e tutti i profeti biblici al contrario dei sacerdoti cattolici. Il segno della croce tra gli ortodossi viene eseguito dalla spalla destra a quella sinistra, con tre dita unite quali pollice, indice e medio, come simbolo della Santissima Trinità, mentre le altre due dita vengono premute contro il palmo della mano per ricordare la natura umana e divina del Cristo. Nel caso della comunione, questa viene data ai bambini il giorno del battesimo mentre i cattolici ricevono la comunione verso gli 8-9-10 anni di età.
Tra i cattolici, come pane eucaristico per la Comunione, viene utilizzato il pane azimo, senza lievito. Con il lievito invece per quanto riguarda gli ortodossi. Le differenze si possono trovare anche all'interno delle chiese, dove gli ortodossi al contrario dei cattolici, hanno l'altare non visibile ai fedeli e l'edificio è ricco di icone sante. Infine le messe, ovvero le divine liturgie ortodosse, possono durare anche diverse ore e vede sempre il totale coinvolgimento di tutti i fedeli. In conclusione ecco come si salutano gli ortodossi rumeni durante questa festività: "Buona Pasqua, Cristo è risorto. Paşte fericit. Hristos a înviat. A questa frase si risponde: Egli è veramente risorto. Adevarat a inviat".
Di certo non si possono riassumere in poche righe tutte le cose affascinanti che riguardano la fede ortodossa, ma questa è una di quelle storie che in qualche modo meritano di essere raccontate. Grazie ancora ad Elena Chivu e a tutta la comunità ortodossa per la disponibilità.
(Nella foto di copertina Elio Cagno e Elena Chivu)
(Ringraziamo la nostra lettrice rumena Elena Chivu, titolare del negozio Magazin Românesc di Parma per averci fornito le immagini presenti in questo articolo. Tutti i piatti sono stati preparati da vari amici di Elena che fanno parte della comunità ortodossa del nostro territorio)